Quanto accaduto nei giorni scorsi presso la Sezione GIP del Tribunale Penale di Roma è davvero sconcertante.
In un provvedimento di fissazione dell’udienza il GIP di turno ha ritenuto di utilizzare la seguente formula: “La persona indagata che, come suo diritto, non voglia comparire all’udienza e voglia limitarsi ad attendere la decisione del Giudice senza trovarsi nella condizione di dover retribuire il Difensore d’ufficio, contatti quindi il Difensore come sopra nominatole e lo inviti espressamente e formalmente, a mezzo Posta Elettronica Certificata o raccomandata A.R. o in altro documentato modo, a non comparire all’udienza fissata ed in generale a non svolgere alcuna attività difensiva”.
Tale formula, certamente irrituale, è gravemente offensiva del ruolo del difensore che viene evidentemente ritenuto da questo giudice inutile e, dunque, un fastidio da allontanare dalle aule del Tribunale.
Purtroppo, questa è una tendenza sempre più evidente nel comportamento di una parte della magistratura ma, fino ad oggi, mai era stata “ufficializzata” in un provvedimento ufficiale.
AFEC, Associazione Forense Emilio Conte, si associa a tutte le dichiarazioni di protesta già rilasciate sia dalla Camera Penale di Roma che dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, stigmatizzando con forza tale comportamento che è dannoso in primis per la giustizia stessa.
Bisogna anzi combattere affinché il ruolo dell’avvocato venga ritenuto fondamentale per la celebrazione di un giusto processo che, altrimenti, vedrebbe il cittadino in balia degli umori dell’uno o dell’altro giudice che fosse chiamato a giudicarlo.
AFEC, da sempre al servizio dell’avvocatura, continuerà a monitorare le aule di giustizia e affinché determinate circostanze non si verifichino più!