Tra le parole del ministro orlando c’è scritto il nostro futuro. E, vogliamo restare ancora a guardare o darci da fare per intervenire incisivamente sulla scena politica? Le speranze riposte nella tradizionale politica forense si sono dimostrate ininfluenti fino al ridicolo… Riflettiamo con attenzione!
«Noi chiediamo all’avvocatura di svolgere un ruolo profondamente diverso da quello che ha svolto nel passato. Le chiediamo, in sostanza, non di privatizzare la giustizia, ma di consentire, attraverso un assetto sussidiario, di collaborare per la soluzione dei problemi della giustizia». Così il ministro Andrea Orlando in replica dopo il consueto intervento annuale alle Camere sullo stato della Giustizia in Italia. L’intervento anticipa di qualche giorno la tradizionale cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Corte di Cassazione, il prossimo 23 gennaio, alla presenza delle massime istituzioni dello Stato. Il ministro, in particolare, ha posto l’accento sulla corruzione che ha raggiunto «una dimensione intollerabile anche per il frequente suo intreccio con le organizzazione di tipo mafioso. Questo ha effetti devastanti sul piano economico e per i cittadini».
La crisi dell’Avvocatura – Tornando alle categoria forense il Guardasigilli ha poi aggiunto: «Noi abbiamo impegnato tutta la nostra energia all’attuazione della riforma forense. Abbiamo provato a dare una risposta anche a un tema, che non è soltanto anche in questo caso di carattere tecnico-ordinamentale, ma è anche di carattere sociale, perché noi affrontiamo una crisi sociale dell’avvocatura».
I giovani legali – Per il ministro «indirettamente una mano ai giovani l’abbiamo già data con l’introduzione del processo civile telematico, perché i più giovani, in qualche modo, hanno visto rafforzare la loro posizione rispetto alle generazioni precedenti grazie ad una maggiore dimestichezza con le tecnologie informatiche. Quindi, in qualche modo, alcune gerarchie si sono rimesse in discussione».
La questione previdenziale – «Ma non è sufficiente – ha proseguito – noi dobbiamo provare a dare una mano anche dal punto di vista previdenziale; dobbiamo anche cominciare a tener conto del fatto che una parte dell’avvocatura è sostanzialmente in una condizione di lavoro parasubordinato, soprattutto chi lavora nei grandi studi. E io credo che questo sia un modo attraverso il quale diamo una mano alla soluzione complessiva dei problemi della giurisdizione».
L’accesso alla professione – «Abbiamo costruito un’interlocuzione con il Ministero dell’istruzione. Non è giusto – ha detto Orlando – che si continui a far laureare i giovani in giurisprudenza con l’aspettativa di accedere alla professione, quando la professione sostanzialmente è già satura. Dobbiamo incominciare ad individuare percorsi che consentano di distinguere prima della laurea i percorsi, auspicabilmente anche in rapporto a una ripresa delle assunzioni nella pubblica amministrazione e nell’impresa, che consenta anche di far sì che l’avvocatura non sia l’unico sbocco di quel percorso formativo».
I regolamenti attuativi della riforma – Intanto la Relazione rendo noto che i regolamenti di disciplina delle modalità di svolgimento del tirocinio e per l’accesso alla professione saranno trasmessi per i pareri prescritti nel termine del febbraio 2015 previsto dalla legge. Sempre nel testo ufficiale si ricorda che sono stati già pubblicati i decreti sui parametri per la liquidazione dei compensi e sulle modalità di elezione dei componenti dei consigli degli ordini circondariali forensi. Il regolamento relativo al conseguimento e mantenimento del titolo di avvocato specialista ha ricevuto tutti i pareri richiesti e verrà licenziato a breve dal Ministero. Stanno, invece, concludendo l’iter di adozione i regolamenti che riguardano: forme di pubblicità del codice deontologico; forme di pubblicità per l’avvio dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione; modalità di accertamento dell’effettivo esercizio della professione.
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Personale amministrativo – «Il personale in forza all’amministrazione conta 35.625 unità su una dotazione organica di 43.702, con una scopertura del 18,48 %, leggermente mitigata al 17,85%, ove si considerino nel computo la situazione del personale comandato». «Per invertire tale processo – ha aggiunto il ministro – abbiamo iniziato comunque ad operare. Grazie alla procedura di mobilità infra-comparto sono state acquisite 71 unità di personale amministrativo, nel piano di fabbisogno triennale relativo all’anno 2014. Nei prossimi giorni sarà altresì pubblicato il bando per l’apertura delle procedure per il reclutamento in mobilità extracompatimentale di 1.031 unità». Sul piano dell’organizzazione del ministero, Orlando ha ricordato la «riduzione da 61 a 37 dei dirigenti generali» e «una ulteriore diminuzione del numero dei dirigenti di livello non generale, con un risparmio di spesa complessivo stimato in oltre 64 milioni di euro».
Responsabilità civile toghe – “L’attuale disciplina sulla responsabilità civile garantisce un’effettiva tutela al cittadino? Io credo di no”. Misure il cui “meccanismo non nasce da una finalità punitiva, ma si fonda su un’esigenza di corresponsabilizzazione di chi ha causato il danno, nel risarcimento che lo Stato è tenuto complessivamente a corrispondere”, ha specificato Orlando, ribadendo che “il Governo ha sin qui contrastato qualsiasi ipotesi che possa comprimere l’autonomia del magistrato”. Da quando è in vigore la legge Vassalli sino alla fine del 2010 – ha riferito il ministro – risultava che sulle 400 cause proposte solo 34 avevano superato il vaglio di ammissibilità e di quest’ultime 34, ne erano state decise 18, tra cui solo in 4 casi vi era stata condanna dello Stato. “Sono numeri che parlano chiaro e che rivelano un obiettivo deficit di effettività nella tutela dei cittadini lesi dall’esercizio dell’attività giudiziaria”. Premesse queste cifre, Orlando ha sottolineato che non sarebbe “auspicabile una disciplina che lasciasse solo in carico allo Stato la responsabilità civile” e “non gioverebbe al prestigio della giurisdizione e di chi la esercita. Da qui la ricerca di un giusto equilibrio, che garantisca la più ampia ed effettiva tutela del cittadino da parte dello Stato, e che invece faccia azionare la rivalsa nei confronti del magistrato, nei casi di sua negligenza inescusabile o dolo”.
Questione carceri – “Si stima che l’archiviazione degli oltre 3 mila ricorsi alla Corte di Strasburgo” da parte dei detenuti, grazie alle misure compensative predisposte dal governo, “comporti un risparmio di 42 milioni di euro”. Sottolineando che su questo fronte “non è esaurito l’impegno del governo che ha chiesto una delega per riforma ordinamento penitenziario”. “Servono nuovi percorsi di reinserimento sociale per abbattere recidiva – ha aggiunto – ed è già stato avviato un confronto con il ministero del Lavoro per una rivisitazione del lavoro carcerario, ormai non più attuale. Nelle prossime settimane – ha annunciato – saranno indetti gli stati generali sul carcere per avviare un profondo processo di cambiamento con tutti i soggetti coinvolti”.
Arretrato – “L’analisi dei fascicoli pendenti al a giugno 2014 indica una cifra di 4milioni 898 mila, con un calo del 6,7%: per la prima volta dal 2009 si scende sotto 5 milioni”.
Orlando ha riferito le cifre sulla pendenze della giustizia civile, che segnano una diminuzione, anche se il calo “costante dell’arretrato dal 2009 ad oggi, mostrano che rimane comunque elevato il livello del carico di lavoro dei Tribunali; circostanza, questa, che si traduce, inevitabilmente, in un allontanamento nel tempo della risposta di giustizia ai cittadini e alle imprese”. Al 30 giugno 2014, il volume di procedimenti era pari a 4.898.745, con un calo del 6,7% dei fascicoli aperti alla stessa data dell’anno precedente. “Per la prima volta, dal 2009, si scende come dato complessivo sotto la soglia dei 5 milioni di cause pendenti. Tale diminuzione – ha proseguito Orlando – si registra anche per ogni singola tipologia di ufficio Corti di appello, Tribunali ordinari e dei minori e Giudici di pace, mentre mostrano un lieve incremento, le pendenze presso la Corte di Cassazione. In particolare per le Corti di appello e per il Tribunale per i minorenni si registrano i decrementi più marcati, rispettivamente del -9,8% e del -7,3%”.
(articolo di commento tratto da Diritto24 Sole24Ore)