L’Associazione ha il piacere di presentare una recente pubblicazione del Dottor Vincenzo Vitalone, Magistrato della I sezione del Tribunale Civile di Roma, dal titolo “DIVORZIO BREVE E IL RUOLO DEL GIUDICE”.
Il testo offre una veloce ma non necessariamente superficiale lettura della riforma del divorzio, che segue di poco le norme sulla negoziazione assistita.
Nel libro si dà conto delle significative novità introdotte sui modi con i quali oggi ci si può separare, divorziare o decidere sul destino dei propri figli.
Il testo è volutamente critico sull’insieme della riforma, che molti commentatori stanno stigmatizzando per la mancanza di omogeneità tra i vari ed a volte affastellare interventi legislativi, per l’incoerenza tra i medesimi, troppo frettolosamente introdotti con legislazione di urgenza a scapito evidente di una sistematica armonizzazione.
L’autore segnala con grande spirito critico che tuttavia la critica non è apprezzabile se non accompagnata da uno sforzo leale ed esente da pregiudizi di offrire soluzioni o prospettare interpretazioni che rendono comunque riforma utilmente attuabili. Magari suggerendo alcuni interventi che forse un legislatore più attento potrebbe valutare, in vista dell’esigenza di eliminare o almeno ridurre insostenibile contenzioso civile e la progressiva conseguente incertezza del diritto.
Il Dott. Vitalone auspica che il suo lavoro sia inteso come una sorta di provocazione per stimolare soffermare l’attenzione sul tema della famiglia e del suo destino, anche in un’ottica di diritto interno.
Ci piace citare l’ultimo paragrafo della prefazione dell’autore: “Chi ha dimestichezza con le aule giudiziarie e con le tante vicende umane collegate alla crisi delle famiglie sembra oggi essere più consapevole di una volta di quanto l’intervento del giudice assume sempre più spesso il carattere della necessità, è che si tratta soltanto di riorganizzarlo renderlo più efficace stringente garantendo il carattere dell’effettività; scelte queste che impongono impegno e sacrifici istituzionali e patrimoniali che forse è più comodo evitare, scegliendo la via apparentemente più semplice che non passa più per le aule giudiziarie.”