Leggo stralunato il commento dell’Avvocato Vaglio in seno all’articolo sui fatti della pretesa “parentopoli” del COA capitolino rilasciato al Corriere della Sera a chiusura dell’articolo stesso, apparso oggi nella cronaca di Roma del quotidiano di Via Solferino.
“Il Consiglio dell’Ordine sta subendo attacchi dall’opposizione che ha strumentalizzato prassi amministrative portandole all’attenzione dell’autorità giudiziaria”, è la spiegazione del presidente.
E’ appena il caso di rimarcare che il cronista parla dell’esistenza di una ispezione del Consiglio Nazionale Forense su incarico del Ministero di Giustizia.
Non è un mistero che a chi scrive non è mai piaciuto il modo assai poco democratico con cui l’attuale maggioranza consiliare amministra la rappresentanza capitolina, per quel che risulta dai verbali delle adunanze consiliari pubblicati sul sito dell’Ordine, ma – per quel che può valere l’espressione in questo contesto – non capisco come i fatti riportati dalla stampa possano essere ricondotti ad un’opera di destabilizzazione di una “opposizione” di cui mi sento parte.
Caro Presidente, se le indagini le porta avanti la Procura della Repubblica, e solo per questo motivo finiscono al disonore della cronaca giudiziaria, siamo così sicuri che l’”opposizione” abbia questa capacità captativa del lavoro degli Uffici giudiziari?
E come mai non si legge una sola – dicasi una – riga di spiegazione chiara sui fatti riportati dalla cronaca, al di là della sterile polemica con chi svolge il suo dovere di rappresentanza istituzionale in modo lontano dalle vene di odiosa ritorsione che Lei oggi denunzia?
Io, noi dell’Associazione Forense Emilio Conte, siamo tutto meno che lieti nel leggere di fatti che infangano la nostra prestigiosa Istituzione, e di cui saremmo lieti di conoscere l’infondatezza.
Ma il silenzio assordante che proviene dal Palazzaccio ci lascia smarriti e preoccupati: in un momento di lotta come quello presente di tutto abbiamo bisogno meno che dello svilimento di una Istituzione e della sua credibilità.
Ecco perché non posso che rispedire al mittente le accuse di complottismo che Lei ha oggi gratuitamente formulato e che mi auguro decida ben presto di far seguire da comunicazioni chiare ed inequivoche sui fatti che vengono riportati dalla stampa, da cui non solo l’”opposizione”, ma tutta l’Avvocatura possa trarre le proprie conclusioni sull’operato di chi ha ricevuto il nostro mandato.