Cartelle per gli avvocati romani – Italia Oggi 18 agosto 2012

Equitalia ha notificato in queste settimane l’atto su incarico del Consiglio nazionale forense

Richiesto a 6 mila iscritti il pagamento dei contributi

DI SIMONA D’ALESSIO

Equitalia bussa alla porta di circa 6 mila avvocati romani. E, attraverso il Consiglio nazionale forense, reclama il pagamento dei contributi per i non cassazionisti: poco meno di 30 euro all’anno per ogni professionista per quattro – cinque annualità cumulative, pari ad una somma che si aggirerebbe complessivamente sui 600 mila euro.

Un caso scottante che sta agitando l’avvocatura, non soltanto nella Capitale. La vicenda, apprende ItaliaOggi, risale al 2002, quando l’allora vertice del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma decise di far approvare una delibera con la quale si decideva di non stornare più la quota di contribuzione da destinare al Cnf per la componente non cassazionista dell’avvocatura, mettendo così in atto una procedura non comune; il successivo consiglio, dal 2004, scelse di avviare (con successo) una mediazione con il presidente Guido Alpa per trovare una solu- zione indolore e, nel frattempo, «congelare» il debito.

Fino a pochi mesi fa tutto sembrava esse- re stato risolto. Evidentemente, invece, quella trattativa è stata accantonata dalla nuova maggioranza che ha vinto le elezioni per la guida dei legali romani all’inizio del 2012 (e rimarrà in carica fino al prossimo anno).

E, quindi, rotta la «tregua» con l’organismo di rappresentanza istituzionale forense in primavera, a partire dal mese di agosto le cartelle di Equitalia per l’esecuzione forzosa di una cifra di circa 100 euro stanno raggiungendo le case di migliaia di avvocati non cassazionisti del capoluogo laziale; il numero dei destinatari della richiesta di pagamento è ancora controverso, ma alcune fonti evidenziano come si tratti di non meno di 6 mila persone coinvolte, che potrebbero però presto anche salire a 8 mila 500.

Una circostanza spiacevole per le modalità in cui viene eseguita, che mette sul piede di guerra i professionisti a Roma, e non solo. Difatti, nonostante il clima vacanziero, la protesta si sta accendendo e diffonden- do a macchia d’olio soprattutto attraverso un mezzo di comunicazione insolito: twitter, il social network di cui, a ridosso di Ferragosto, si stanno servendo avvocati cassazionisti ed esponenti della minoranza dell’attuale Consiglio dell’Ordine di Roma, esprimendo le loro rimostranze per essere entrati nel mirino di Equitalia. Ovviamente, su mandato del Cnf che, fanno sapere altre fonti, ha incaricato l’agenzia di riscossione senza neppure avvisare l’ordine, i cui vertici hanno appreso dell’iniziativa quando ormai le cartelle esattoriali erano già in viaggio.

«Di chi è la colpa? Qualcuno presto dovrà assumersi le sue responsabilità», è il cinguettio con cui l’ex presidente dell’Ordine di Roma Antonio Conte (2010-2011), attualmente consigliere di minoranza, denuncia l’accaduto dal suo account (@AvvAntonioConte). E chiama a raccolta numerosi «followers» che esercitano la sua stessa professione, facendo sapere che sta ricevendo, in questi giorni, «moltissime telefonate di avvocati che mi chiedono perché il Cnf solo ora agisce contro i colleghi romani».

Marco De Fazi

L'Avvocato Marco De Fazi, classe 1961, si è laureato nel 1986 ed si è abilitato alla professione nel 1990: è cassazionista dal 2002 e lavora nello studio associato di famiglia. Ha ereditato dal padre, Avv. Walter De Fazi (mancato nel 2011 dopo 60 anni di professione), la passione per la responsabilità civile. Ha fatto parte di commissioni di studio consiliari ed associative, ed è stato per dieci anni il rappresentante italiano del network europeo PEOPIL (Pan-European Organization of Personal Injury Lawyers). Parla e scrive fluentemente inglese ed in misura più scolastica francese. Ha fatto parte della Commissione per l'esame di Avvocato 2007 ed è membro storico del Direttivo dell'Associazione Forense Emilio Conte, di cui ora è il presidente. Membro attivo della NIABA, associazione USA di avvocati italo-americani.