E’ normale che un COA organizzi un convegno -nei locali consiliari- durante la campagna elettorale, invitando le forze politiche ed i candidati (indicando, per ciascuno di essi, il partito di appartenenza)?
E’ normale che si dìa tanta enfasi ad un intervento fatto durante la cerimonia di apertura dell’Anno Giudiziario?
E’ normale che, al contrario, di talune notizie –inquietanti- che appaiono, addirittura, sui giornali nazionali (e che indicano di una indagine grave, e –soprattutto- preoccupante, che coinvolge la nostra Istituzione), non si ricevano spiegazioni e/o comunicazioni di alcun genere da parte delle “cariche”, che tanto si divertono a dire che sono belle, brave, buone e oneste?
Non mi permetto di entrare “nel merito” di una vicenda che è delicatamente sottoposta al “vaglio” (ops) della Magistratura: ma il clamore che ha suscitato quell’articolo pubblicato il 24 Gennaio 2013 –intitolato: “Due indagati per le pulizie degli uffici”- ha lasciato di stucco centinaia di Colleghi.
Non leggo quel giornale, ma quella mattina –andando in Tribunale- sono stata fermata da diversi Avvocati che mi chiedevano: “Insomma? Ma che sta succedendo? Ma che stanno combinando, questi?”.
Non sapendo di cosa mi stessero parlando (io, in realtà, quella mattina ero trafelata per una giornata che si presentava difficilissima, e –sinceramente- non avevo tutto questo tempo per intrattenermi in conversazioni “amene”), ho tentato di proseguire le mie corse per “incastrare” tutte quelle attività che un Avvocato Normale (e madre, e donna, e … “diversamente giovane”), deve aggredire per far fronte alle esigenze della Professione. Insomma, non volevo affatto conversare!
Però, uno di questi Colleghi, mi ha esibito quell’articolo, e … far rimanere senza parole me, non è facile: ma questa volta è successo.
In realtà sono triste.
Triste, perché in cento anni di storia e tradizione, mai è capitato di ricevere visite da parte della Procura, se non per inviti a cerimonie, o convegni, o simposi, o lezioni.
Triste, perché in quella domanda “ma che stanno combinando, questi?”, c’era tutta la delusione di un Professionista onesto, serio e preparato, che sta perdendo anche l’ultima speranza di avere il proprio Ordine quale unico rappresentante della dignità forense.
Triste, perché –a distanza di una settimana- ho letto solo di goffi tentativi per autoincensarsi, di convegnetti che invitano a vedere film di qualche decennio fa, di inviti a “tavole rotonde” con candidati alle prossime elezioni politiche, che nulla hanno a che fare con la nostra Categoria, con la nostra vita, con i problemi di una Professione che si sta tentando di affossare, ormai da troppo tempo.
Triste.
E disperata, perché non ho letto una riga –che sia una!- su una eventuale giustificazione: nemmeno il famoso e laconico (e opportuno, ma sempre invocato) “credo nella giustizia”, che –pure- non sarebbe stato risolutivo per noi, ma avrebbe rappresentato un minimo sollievo per coloro (i Colleghi) che assistono a questa progressiva involuzione.
E, allora, mi ricordo che nel Luglio 2012, mandai una lettera al nostro Illustrissimo Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma: una lettera che depositai al protocollo, indirizzata per conoscenza agli altri quattordici Illustri Consiglieri, e nella quale facevo una serie di domande su un’altra (per me inquietante) vicenda.
Chiesi che quella mia comunicazione potesse essere “riferita” in adunanza.
Anche in quella occasione non lessi un rigo (che fosse un rigo!) sulla effettiva consistenza della evidente “originalità” della “assunzione di un comunicatore”, che –tuttavia- nella fattispecie era anche socio del Presidente “assuntore”.
Serve, quindi, chiedere ancora ai nostri Illustri Consiglieri di dare chiarimenti su di un ennesimo, per me imbarazzante, pubblico clamore?
Io risparmio il mio tempo, ma lasciatemi la libertà di pensare, come quel Collega: “ma che stanno combinando, questi?”.