23 GENNAIO 1999 – 23 GENNAIO 2015
RICORRENZA DELLA SCOMPARSA DELL’AVV. EMILIO CONTE
L’Associazione Forense Emilio Conte, ricorda – oggi – i 16 anni dalla scomparsa dell’avv. Emilio Conte.
L’Associazione nacque nel 2004 da un’idea di Carlo Priolo e Nicola Colavita che intesero raccogliere quell’enorme patrimonio di stima, affetto e considerazione che Emilio Conte aveva lasciato nell’Avvocatura romana con la sua prematura scomparsa.
I Colleghi che lo hanno conosciuto, ancora oggi, lo ricordano per la serenità e la pacatezza con le quali affrontava ogni situazione.
Da sempre impegnato al servizio dei Colleghi, improntava ogni scelta al rigore dell’onestà quale componente essenziale e primaria della vita.
Questo sentimento gli era così congeniale da connotarlo sia nella vita di relazione che nell’attività professionale, con la naturale conseguenza di una stima diffusa e generale da parte degli Avvocati romani, i quali – in ogni competizione elettorale tra il 1980 ed il 1998 – non mancarono di tributargli un consenso di evidenti dimensioni.
Molti ricordano ancora l’elezione del 1986, dove in un Foro romano dai numeri di gran lunga inferiori ad oggi, Emilio Conte raccolse l’incredibile risultato di avere un voto ogni due elettori.
Lo si ricorda nella sua lunga militanza all’Ordine degli Avvocati di Roma dove ebbe sempre un ruolo di vero “punto di riferimento” per tutti gli Avvocati romani, impegnandosi in “battaglie” in favore della Categoria, coinvolgendo il prossimo in una realtà comportamentale onesta e leale, priva di compromessi e di cedimenti all’equivoco, come – viceversa – accade sovente nella “politica-forense”.
Il vecchio ed il nuovo Direttivo Afec, ed il Presidente dell’Associazione, lo vogliono ricordare richiamando il suo ultimo discorso “ufficiale” – anche oggi di straordinaria attualità – quando aprì quale Presidente, facente funzioni, il biennio consiliare 1998/1999.
Dal verbale dell’adunanza dell’Ordine di Roma del 19 febbraio 1998:
“Assume le funzioni di Presidente, il Consigliere Anziano Avv. Emilio Conte; viene chiamato a svolgere le funzioni di Segretario il Consigliere più giovane Francesco Storace.
Il Presidente f.f. indirizza ai Colleghi il seguente saluto:
“Illustrissimi Amici ed Illustrissimi Consiglieri, oggi apriamo ufficialmente un nuovo biennio del Consiglio dell’Ordine di Roma . E’ sempre un momento solenne, ed io sono onorato, quale Consigliere Anziano, di dare impulso formale a questo passaggio.
Desidero, preliminarmente, prima di iniziare il nuovo biennio, ricordare rapidamente quello appena concluso. Sono stati indubbiamente due anni di lavoro eccellente: si sono poste in essere iniziative innovative, che unite ad una tradizione di impegno propria del Consiglio dell’Ordine, hanno portato risultati positivi innegabili. A tal proposito, ringrazio gli uscenti Presidente Lubrano, Segretario Agnino e Tesoriere Nesta i quali, unitamente a tutti i precedenti Consiglieri uscenti, hanno insieme contribuito a risultati ottimali sia dal punto di vista amministrativo che dal punto di vista di politica esterna. Desidero anche salutare l’amico e Collega Massimo Frattali Clementi che ha inteso non riproporre la sua candidatura, ma che ha lasciato certamente una testimonianza di importante spessore.
Rilevo una continuità, confermata dall’ultima sessione elettorale, che ribadisce il valore, ove ve ne fosse bisogno, altamente qualitativo di questo Consiglio. Vedo che le due nuove figure sono l’amico Carlo Martuccelli, già nostro Presidente, che non ha bisogno di presentazioni, ed il giovanissimo Francesco Storace, figlio d’arte del carissimo decano di questo Consiglio, Luigi Storace.
Ciò premesso, consentitemi di ricordare nel passato, la prima volta della mia presenza nel Consiglio, nei primissimi anni 80, quando l’allora Consigliere Anziano, Gregorio Vitale, aprì l’adunanza che mi vedeva neofita in un consesso così prestigioso. Rammento il Consigliere Vitale che si compiaceva della pressoché compatta e totale uniformità di idee degli allora Consiglieri….. ricordo, altresì, che all’epoca vi erano solo il sottoscritto, Filippo e Franco, che auspicavano orizzonti difformi ma apparivamo, ricordo, schiacciati da una maggioranza granitica. Ciò nonostante, mi compiaccio, io questa volta, ricordare che, proprio grazie al nostro tenace impegno, concluso e perfezionato dall’AIGA a metà degli anni ottanta, si diede un impulso nuovo a questa struttura con una trasparenza e soprattutto un pluralismo che forse in precedenza era difficile intravedere.
Quindi oggi sono felice di avere un Consiglio dell’Ordine, neo eletto che è l’esempio del pluralismo nel mondo forense: vi sono differenti realtà, tutte di estremo rilievo, che porteranno certamente ad un interscambio di idee e proposte fonte di estremo beneficio per l’Ordine di Roma, mi auguro che queste distinte posizioni non si risolvano in sterili contrasti ed in aride maggioranze matematiche, ma siano stimolo reciproco ad operare in modo fattivo e concreto, con una presenza costante ed impegnata, con un lavoro anche di sacrificio, per il bene degli Avvocati romani.
Questo Consiglio dell’Ordine dovrà essere una risposta di esempio a fronte di coloro i quali con leggi liberticide, come ad esempio la proposta di abolizione degli Ordini, e con atteggiamenti strumentali, hanno condotto la giustizia ad un blocco quasi irreversibile della sua attività, con strutture giudiziarie del tutto inadeguate, ed una sempre più preoccupante non corretta gestione dei ruoli nel processo, con una conseguente mortificazione del ruolo dell’Avvocatura e della dignità dell’Avvocato. Tutto ciò innanzi al semplice cittadino, il quale ogni giorno di più perde la speranza di ottenere una giustizia democratica.
Concludo, auspicando che questo Consiglio, nel biennio che ci accingiamo ad affrontare, sarà il vero rappresentante dell’Avvocatura Romana, sarà di reale collegamento e unità di azione tra le Istituzioni e gi Organismi dell’Avvocatura, sarà sempre più elemento di unione dell’Avvocatura Romana, rispettando la specificità delle sue componenti anche associative come UIF, AIGA, ANF, ed anche altre, in modo tale da acquisire una potenzialità ed una compattezza esterna di grande risalto.
A questo punto, non desidero tediarvi oltremodo e con un augurio affettuoso di buon lavoro, che rivolgo a tutti, dichiaro aperta questa adunanza e passo all’espletamento dell’ordine del giorno.”
Marco De Fazi
Livia Rossi
Cristiana Arditi di Castelvetere
Irene Badaracco
Nicola Scuro
Serena Palombi
Leonardo Vecchione
Annamaria Tripodi
Cecilia Poloni
Alessandro Romano Carratelli
Gianni Di Matteo
Nicola Colavita
Marco Ieradi
Rosario Rao