Gentilissime Colleghe,
Gentilissimi Colleghi,
fin dalla sua presentazione, la nostra Lista ha ricordato la centralità – non solo per la campagna elettorale – dell’argomento “previdenza ed assistenza”, richiamando l’attenzione di tutti sul ruolo fondamentale che la Cassa forense può e deve svolgere per contribuire, per quanto di sua competenza, ad aiutare gli Avvocati ad uscire dal tremendo guado nel quale la combinazione di crisi economica e avversione della politica e di certi poteri forti ci hanno fatto finire.
Da allora, molti sembrano aver riscoperto l’attualità di questi temi, ai quali però sono stati dedicati al più polemiche e annunci. Purtroppo, si continua a non vedere la famosa luce alla fine del tunnel.
Da un lato, dunque, annunci che sembrano solo tentare di accreditare una sorta di suo diritto di primogenitura sul tema – come se i Colleghi non fossero in grado di giudicare i fatti e rendersi conto che, se non la avessimo sollevata noi, la questione Cassa sarebbe rimasta fuori dalla campagna elettorale. Dall’altro, una Cassa forense che, consapevole di quanto, in questo periodo di estrema difficoltà per l’Avvocatura, la sua impopolarità presso la categoria sia ai massimi storici, sta evidentemente cercando di assumere atteggiamenti di – almeno apparente – disponibilità quanto meno ad affrontare determinate questioni.
Il fatto è però che, con le consuete promesse elettorali da una parte, e con l’inerzia, se non addirittura la passività, della Cassa forense dall’altro, evidentemente non si va da nessuna parte e la situazione della categoria rischia, inevitabilmente, di peggiorare.
In questa situazione, che definire di stallo è anche poco, il 31 luglio si avvicina e noi siamo sicuri che tanti Colleghi – verrebbe da dire quasi tutti, ma non lo facciamo per non urtare la suscettibilità dei pochi che possono ormai permettersi di non fare certi calcoli – avranno già i crampi allo stomaco pensando a cosa doversi inventare per trovare i soldi per pagare la prima rata dei contributi senza doverli sottrarre alla vacanza-studio dei figli (non una spesa voluttuaria, perché serve a garantirgli un futuro) ovvero senza doversi privare di quei “pochi e maledetti” quindici giorni di pausa estiva in una vita d’inferno (neppure questa una spesa voluttuaria, perché, se non ci fermiamo mai, poi allunghiamo la lista dei morti di infarto).
Succederà che molti di noi Avvocati – per necessità o per inevitabile “scelta” – non potremo pagare la rata e che, quindi, verremo, per ciò solo, sottoposti a sanzioni afflittive dalla Cassa Forense.
Tralasciando dettagli tecnici che sarebbero impropri in questa sede, il Regolamento prevede, in caso di ritardo nel versamento dei contributi in autoliquidazione (ovvero dei contributi minimi, ma in questo caso interessi e sanzioni scattano con la scadenza dell’ultima rata), l’applicazione sulle somme dovute, oltre che degli interessi al 2,75% (o legali se superiori), altresì di sanzioni che vanno dal 4% (in caso di pagamento dal nono al trentesimo giorno dalla scadenza del termine previsto) al 10% (per i ritardi oltre i cinque mesi), passando per il 6%, mentre, in caso di omesso versamento dei contributi in autoliquidazione o di quelli minimi, la sanzione è del 24% (ovvero ridotta alla metà se al momento della contestazione sono stati eseguiti, per l’anno di omissione, versamenti per almeno il 25% del dovuto).
Sanzioni che si sommano, sul piano dell’onerosità finanziaria per l’Avvocato, al pagamento dei contributi i quali, ormai, incidono proporzionalmente in misura assai significativa sul reddito professionale, già falcidiato dalle imposte dirette e dai mille altri balzelli che continuano a pressarci ignobilmente pur in questa fase di gravissima carenza di liquidità.
Il vero problema, in questo caso, è che il sistema della riscossione dei contributi ignora – o meglio, finge di ignorare – che, al fondo, c’è l’oggettiva ed incolpevole impossibilità della gran parte della categoria a sostenere, in questo periodo, l’obbligazione contributiva. Inutile continuare a girarci intorno: è la liquidità che manca e, senza quella, gli Avvocati sono costretti a scelte “di sopravvivenza”.
E’ ora di smetterla con la storia del garantirsi un futuro pagando i contributi previdenziali, perché, a parte il fatto che non è per niente sicuro che un giorno si prenda una pensione e dignitosa, non si può pretendere da nessuno di barattare un futuro di incerta dignità con un presente di certa – ed a volte insostenibile – difficoltà.
Siamo consapevoli dell’importanza del ruolo della Cassa forense e la sentiamo – e vogliamo sentire – come una “nostra” Istituzione, ma, proprio per questo, la Cassa non può pretendere di continuare a vivere su Marte e deve non solo confrontarsi, ma anche agire, per preservare una categoria la cui sopravvivenza è a rischio.
Per questo, la Lista “MF-AFEC ConTe” sollecita la Cassa forense ad attivarsi per la concreta tutela della categoria in questa fase drammatica ed insiste nel chiedere l’adozione immediata delle seguenti misure emergenziali:
A – una moratoria sul versamento dei contributi minimi 2015 e sui contributi in autiliquidazione dovuti per l’anno di imposta 2014 ed il superamento delle attuali rigidità del sistema sanzionatario e di riscossione dei contributi non versati, con l’introduzione di misure di concreta agevolazione ai fini della definizione delle pendenze quali:
1)l’annullamento delle sanzioni irrogate nella vigenza del nuovo Regolamento e ciò in considerazione dell’eccezionalità del quadro di difficoltà economica in cui versa la categoria e della conseguente oggettiva e non transitoria carenza di liquidità del sistema;
2)la riconduzione degli interessi sulle somme dovute a titolo di contributi non versati al tasso legele (attualmente pari allo 0,50 a fronte del 2,75% previsto dal Regolamento sulle Sanzioni);
3)la concessione di – o la reale facilitazione all’accesso a – prestiti non onerosi per il finanziamento del pagamento dei contributi nonché la previsione del pagamento degli oneri contributivi mediante cessione pro soluto di crediti confermati vantati dall’Avvocato nei confronti di enti della Pubblica Amministrazione;
B – la creazione di una funzione di Confidi per l’acquisto/ristrutturazione degli Studi, per l’acquisto delle attrezzature e per le fidejussioni sui contratti di locazione, a tassi non speculativi;
C – l’acquisto pro solvendo dei crediti confermati verso clienti istituzionali a tassi non speculativi;
D – la costruzione di una struttura che supporti i COA per la gestione del recupero del credito del compenso professionale, vera “piaga” oggi che uccide tanti Studi di Colleghi;
E – la costruzione di un nuovo sistema di pagamento rateale del contributo previdenziale, che abbia un interesse agevolativo, altamente competitivo, che consenta l’adempimento dei Colleghi in un lasso di tempo compatibile con la crisi economica, adeguatamente combinando l’adempimento dell’obbligazione previdenziale con quello degli altri plurimi obblighi gravanti sul professionista e l’attività che esercita;
F – proposizione di una Polizza Sanitaria e di Responsabilità Professionale a costo “politico” per i prossimi 5 anni per tutti gli Iscritti alla Cassa;
G – implementazione del piano di programmazione dei fondi previsti dalla Commissione Europea per lo sviluppo delle libere professioni (previsti 350 MILIONI di euro per il programma 2014-2020), cercando di utilizzare esso piano in modo concreto e fattivo in favore dei Colleghi.
La Lista “MF-AFEC ConTe” – che come abbiamo detto più volte, non ama perdersi in sterili polemiche elettorali e dedica il suo tempo alla ricerca del modo di migliorare le condizioni in cui l’Avvocatura romana, prima che italiana, si trova incolpevolmente a versare da ormai troppo tempo – continuerà ad avere l’attuazione delle misure qui riassunte come PRIMO PUNTO del suo Programma, nell’auspicio che questo Programma diventi, con la fiducia che i Colleghi Romani vorranno auspicabilmente darci, parte prevalente dell’ordine del giorno delle prime adunanze del prossimo Consiglio.
Con il nostro più caro e cordiale saluto.