“Stupido è, chi lo stupido fa.”
(Forrest Gump).
… Non credo che, per poter dare una spiegazione relativamente al mio passato “istituzionale”, io debba definire la mia attività quale inserita in un ambito di “politica forense”.
In realtà, quasi per caso, fui eletta per due bienni quale componente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma: considerai tale risultato “un miracolo” e per quattro anni, ho partecipato alla attività consiliare –ancorché essendo divenuta, nel mio ambiente, un “personaggio pubblico”- senza perdere di vista la mia vera essenza: un Avvocato Normale.
Forse è questo il motivo per il quale, nel Febbraio 2010, non volendo divenire “complice” (e/o protagonista) di talune condotte – per me – inaccettabili, decisi di distaccarmi da un certo “gruppo” ed ho preso le distanze da persone che mi avevano amareggiato e deluso.
Forse, ancora, è stato questo il motivo per il quale – sfinita da una serie infiniti di attacchi rivolti alla mia persona, proprio da quelle persone che, già, mi avevano amareggiato e deluso- decisi di non continuare nella competizione elettorale per il rinnovo dei componenti di quello che è l’attuale Consiglio.
Tornata ad occuparmi totalmente della mia Professione, essendomi sorpresa nel sentirmi “sollevata” dall’essermi allontanata da quella atmosfera “pubblica” (che, benché affascinante, era divenuta pesantissima), ho -per alcuni mesi- guardato “con distacco” tutto ciò che avveniva in quelle “alte sfere” consiliari: riprendere il contatto “con la realtà”, sicuramente, mi serviva. Tuttavia, mi divertivo a scrutare il “diverso modo” di approccio che taluni “neoeletti” avevano assunto dopo il Febbraio 2012: vi era, nel loro dispensare sorrisi, una disarmonia nel loro viso che, di fatto, mi appariva come un semplice sfoggio di denti: mi chiedevo se, anch’io, abbia mai dato sensazioni del genere.
Pur non volendo disconoscere alcunchè del mio recente passato “consiliare”, sentivo forti difficoltà nell’avvicinarmi a quell’Aula nella quale – per quattro lunghi anni- ho passato i miei pomeriggi.
Fu così che giungiamo al 28 Giugno 2012: Assemblea per l’approvazione del bilancio del mio Ordine, la cui partecipazione era un dovere.
Tentando di non essere preda di un effetto soporifero nell’ascoltare talune relazioni, rimango colpita dalla comunicazione della mia amica Livia Rossi. Ella, documenti alla mano, enuncia una realtà inquietante: il Presidente Mauro Vaglio è socio in affari del famoso (ora famosissimo) “comunicatore/addetto stampa”, ingaggiato dalla nuova compagine consiliare (proprio su proposta del medesimo Presidente, ancorché con comunicazione del Consigliere Tesoriere) .
Si viene a sapere che tra Presidente e “Comunicatore” vi erano rapporti economici preesistenti consacrati nella costituzione di una Società: Skyclic s.r.l., con Sede presso la abitazione privata del medesimo Presidente.
La notizia non è stata smentita nemmeno dal Presidente medesimo, pur se le “repliche” abbozzate nella immediatezza mi sono apparse quali goffi tentativi di manipolazione di un argomento sensazionale ed imbarazzante.
Non può essere messo in dubbio, in ogni caso, che tra la “persona fisica” Mauro Vaglio ed il “comunicatore”, vi sia un accordo economico che risale a diversi anni fa e che si concretizza nell’essere entrambi soci di una “persona giuridica”, la cui Sede è corrente presso la abitazione di quello che, oggi, è il Presidente del Consiglio degli Avvocati di Roma parte mandante del contratto di collaborazione in favore del medesimo “comunicatore”.
Da qui, il mondo dei rapporti “comunicatore Milita/presidente Vaglio” si è “aperto” in tutta la sua immensità: esiste altra Società (Dynamic Solution s.r.l.), e compare “nel calderone” anche tal Grafidata.
Mi limito solo a registrare tale realtà: quello che penso non è importante per chi mi legge, ma interesserà sapere che colui che dovrebbe amministrare la disciplina degli iscritti, sia – in realtà- protagonista di vicende nelle quali si inseriscono relazioni inquietanti: occupando determinate cariche, si dovrebbe avere maggiore rigore e maggiore rispetto per gli iscritti che da questi vorrebbero essere “guidati” -e, soprattutto, “rappresentati”- avendolo eletto quale punto di riferimento principale, ed avendo creduto in lui.
Tutto ciò, induce a considerare la vicenda immorale, ma questo è solo il mio personale pensiero.