Interpretazione di non poco conto quella contenuta nell‘Ordinanza della Suprema Corte n. 19155 del 17 luglio 2019.
D’ora in avanti gli SMS e le e-mail (non le PEC si badi) avranno piena efficacia di prova nel giudizio civile.
Di coneguenza, viene invertito l’onere della prova circa la bontà di tali riproduzioni informatiche, cosa, è noto, complicata nel caso concreto, non essendo sufficiente una generica contestazione del documento, in quanto il disconoscimento dovrà essere chiaro, circostanziato ed esplicito.