Corte di Cassazione, Civile Sent. Sez. Unite, 8 luglio 2021 n. 19427

Sì all’ingiunzione al cliente con la parcella vistata dall’Ordine.

La Suprema Corte di Cassazione, a Sezioni Unite Civili, ha pubblicato l’importante decisione numero 19427 (pronunciata nel procedimento promosso dal Procuratore Generale nell’interesse della Legge ai sensi dell’art.363 comma 1 c.p.c.), che ha affermato il seguente principio di diritto:

«In tema di liquidazione del compenso all’avvocato, l’abrogazione del sistema delle tariffe professionali per gli avvocati, disposta dal D.L. 24 gennaio 2012, n. 1, convertito dalla L.27 marzo 2012, n. 27, non ha determinato, in base all’art. 9 D.L. cit., l’abrogazione dell’art. 636 cod.proc.civ. Anche a seguito dell’entrata in vigore del D. L. n. 1/2012, convertito dalla L. n. 27/2012, l’avvocato che intende agire per la richiesta dei compensi per prestazioni professionali può avvalersi del procedimento per ingiunzione regolato dagli artt.633 e 636 cod.proc.civ., ponendo a base del ricorso la parcella delle spese e prestazioni, munita della sottoscrizione del ricorrente e corredata dal parere della competente associazione professionale, il quale sarà rilasciato sulla base dei parametri per compensi professionali di cui alla L. 31 dicembre 2012, n. 247 e di cui ai relativi decreti ministeriali attuativi.».

È stata, finalmente, messa la parola ‘fine’ ad un orientamento di alcuni magistrati del Tribunale di Roma che dichiaravano l’inammissibilità dei ricorsi per decreto di ingiunzione di pagamento depositati dal 2012 (anno in cui è stata abrogata la nostra tariffa professionale) relativi ai compensi professionali in materia giudiziale civile e stragiudiziale, nonostante gli stessi fossero corredati da prova documentale dell’attività svolta e dal parere di congruità rilasciato dall’Ordine.

Cristiana Centanni

Titolare dello Studio omonimo, iscritta al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma dal 16 dicembre 1996 e all’Albo Speciale Cassazionisti dal 24 aprile 2009, si è occupata, subito dopo la laurea in giurisprudenza, ottenuta con lode, della materia delle opere pubbliche e del relativo contenzioso giudiziale civile, amministrativo ed arbitrale. Coltiva e pratica il diritto delle obbligazioni contrattuali in generale ed è esperta nella materia dei contratti pubblici di appalto di lavori, servizi e forniture, nel diritto civile e immobiliare. L’amore per la politica forense, specie nel difficile momento di oscurantismo che l’Avvocatura sta attraversando, hanno spinto l’Avv. Cristiana Centanni a far parte di AFEC, Associazione che, tra l’altro, si propone di sostenere quanti intendono intraprendere la professione forense, tanto affascinante quanto complessa.