COSA SUCCEDE ALL’ORDINE DI ROMA

il tempo 010614 bigVi rimettiamo le comunicazioni del MOVIMENTO FORENSE e dell’Avv. DOMENICO CONDELLO sulle vicende che stanno sconvolgendo il Foro di Roma

 

 

MOVIMENTO FORENSE> Gentile Collega,
Ti disturbiamo per comunicare la posizione politica del Movimento Forense a proposito del delicato momento che attraversa l’Ordine degli Avvocati di Roma a seguito:

– della email inviata dal Presidente del Consiglio dell’Ordine Mauro Vaglio;
– della vibrante presa di distanze del Consigliere Isabella Stoppani;
– del successivo invio da parte del medesimo Presidente Vaglio del verbale della adunanza consiliare;
– delle insistenti voci di Commissariamento dell’Ordine degli Avvocati;
– degli articoli di stampa nazionale

(clicca per leggere tutte le comunicazioni ed articoli).

A nostro parere, ciò che rileva – come abbiamo già avuto modo di scrivere un anno fa – è l’atteggiamento politico assunto in questa vicenda dal Presidente Mauro Vaglio il quale, con l’invio delle email e con l’attacco sferrato al CNF, ha dimostrato di anteporre la difesa personale al bene dell’istituzione e degli avvocati.

Inoltre, il clamore suscitato dalle ormai note vicende giudiziarie (comunicate in via esclusiva dallo stesso Presidente senza che nessuno a Roma ne fosse a conoscenza) e dalle voci di commissariamento dell’Ordine, ha scatenato anche l’interesse dei mass media nei confronti della nostra categoria che – notoriamente – non gode della considerazione che merita.

Il Presidente Vaglio, che già in precedenza ha dimostrato di utilizzare una comunicazione – a nostro parere – populista (ricordiamo la promessa di abolizione della mediazione, dei crediti formativi, del contributo unificato etc.) ora vuol far credere di essere il paladino di una lotta di classe tra l’Ordine di Roma ed il CNF. Ciò senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze negative che il suo censurabile comportamento politico sta avendo nei confronti dell’Istituzione forense romana e dei propri iscritti.

E’ bene che il Presidente Vaglio comprenda che non può utilizzare strumentalmente la sua funzione di rappresentante dei 24.000 avvocati romani, inconsapevoli, per difendersi dalle accuse mosse, dichiarando guerra al Consiglio Nazionale Forense che in questa vicenda (da quanto risulta) ha l’unica “colpa” di aver esercitato le proprie funzioni.

Il CNF può e deve essere criticato ma per fini nobili non per difendersi dai procedimenti penali.

Pertanto, il Movimento Forense chiede che il Presidente Mauro Vaglio si assuma in primis la responsabilità personale e poi politica di ciò che sta accadendo ed adotti tutte le decisioni istituzionalmente opportune al fine di non trascinare il nostro prestigioso Ordine e tutti gli iscritti nelle personali controversie giudiziarie ovvero nelle “lotte di potere”.

Ciò nell’esclusivo interesse dell’Istituzione forense e di tutti gli avvocati romani.

Buon lavoro.

Movimento Forense

 

 

 

Avv. DOMENICO CONDELLO >

Lettera aperta indirizzata ai soggetti, dichiarati ed anonimi, che tentano con l’invio di email e fax di denigrare il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ai Colleghi che chiedono notizie, preoccupati per gli effetti negativi che si stanno verificando a livello nazionale ed ai Consiglieri eletti nella lista Mauro Vaglio
da Domenico Condello – Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Cosa succede al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Romani ?
E’ questa la domanda che molti mi rivolgono in questi giorni.

La risposta è semplice e dimostrabile per tabulas: il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, nella sua composizione collegiale/deliberativa non ha alcuna responsabilità sui fatti venuti in evidenza poichè nessuna responsabilità può essere addebitata all’Istituzione per errori, omissioni o altro commessi, a titolo personale, da alcuni (pochi) componenti del Consiglio.

I colleghi increduli ed i “vagliani” irriducibili che vorranno verificare quanto detto in questo atto potranno naturalmente richiedere gli atti allegati al verbale del 29 Maggio 2014 presentando una domanda di accesso agli atti presso il Consiglio.

Generiche notizie giornalistiche (ultimo il tempo 1/6/2014 – Parentopoli all’Ordine degli avvocati Scoppia la bufera sulle assunzioni – Assegnati posti di lavoro ad amici, figli e fratelli dei dipendenti) e leggende metropolitane tendono a scaricare sul Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e, pertanto, su tutti i componenti del Consiglio, gli eventi che sono venuti in evidenza nelle ultime settimane, creando un’immagine distorta dell’Istituzione forense romana. Tutto ciò è derivato, probabilmente, dall’invio da parte dall’avv. Mauro Vaglio della eMail relativa alla richiesta di rinvio a giudizio formulata del P.M., e poi della successiva Pec con una copia dei verbali e forse anche delle altre email, firmate ed anonime, giunte sulle caselle di posta elettronica.

E’ opportuno evidenziare, a coloro che tentano di denigrare il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma – l’Istituzione rappresentativa dell’Ordine forense romano-, che le responsabilità sono personali e di pochi per i seguenti motivi:
– il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma soltanto nella adunanza del 22 Maggio 2014 è venuto a conoscenza che il Ministero della Giustizia, con riferimento a diversi fatti emersi dalla relazione ispettiva fatta dai Consiglieri delegati dal C.N.F., ha richiesto documenti;
– il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma soltanto dalla lettura di questo documento, consegnato in data 22 Maggio 2014 in adunanza, è venuto ufficialmente a conoscenza che il Ministero della Giustizia aveva attivato una ispezione nei confronti dell’istituzione forense ed aveva dato incarico al Consiglio Nazionale Forense di svolgere attività ispettiva;
– il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma è venuto a conoscenza di una serie di attività, mai comunicate, poste in essere dall’Avv. Mauro Vaglio, dall’Avv. Pietro Di Tosto e dal Tesoriere, soltanto nella adunanza del 29 Maggio 2014 a seguito dalla consegna della “RELAZIONE SULLA ATTIVITÀ DELEGATA DAL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA”, fatta dall’Avv. Mauro Vaglio.

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, pertanto, soltanto dalla lettura della lettera inviata dal Ministero il 10 aprile 2014 – giunta a Piazza Cavour il 16 Maggio 2014 e per fax il 6/5 o l’8/5/2014 –, dalla lettura della comunicazione fatta dall’avv. Vaglio alla adunanza del 29 Maggio 2014, alle ore 15.30, e dal verbale degli ispettori consegnato in adunanza del 29 maggio 2014, alle ore 16,22, è venuto a conoscenza delle seguenti questioni:

1.CONTRATTO COMUNICATORE
-che il comunicatore beneficiario di un contratto di consulenza dal Consiglio il 13/4/2012, era socio di Mauro Vaglio nella Soc Skyclick e che lo stesso aveva in data 13/9/2012 ceduto le quote di detta società al figlio del comunicatore. La responsabilità omissiva di informazioni da parte dell’avv. Mauro Vaglio nei confronti dei Consiglieri, con riferimento alla sua partecipazione quale socio, unitamente al comunicatore, della Soc  Skyclick , è stata rappresentata dal P.M. con l’avviso di chiusura delle indagini e richiesta di rinvio a giudizio.

2.AFFIDAMENTO INCARICO PER IL VOTO ELETTRONICO
-che presso la società (omissis) destinata all’affidamento del voto elettronico, lavorava la figlia del comunicatore socio dell’avv. Mauro Vaglio.

3 ASSUNZIONE DI PERSONALE A TEMPO INDETERMINATO
-che l’Avv. Pietro di Tosto, nella sua funzione di Consigliere segretario dal 5 marzo 2012 al 3 dicembre 2012, avrebbe stipulato (in solo nove mesi) ben 74 contratti di assunzione a tempo determinato. Gli ispettori hanno evidenziato che il Consiglio dal 2009 al 3.12.2012 (in ben 39 mesi) aveva stipulato in totale 172 contratti.

4. AFFIDAMENTO APPALTO PULIZIE DELLA SEDE DEL CONSIGLIO
– che il P.M., in data 28/5/2013, aveva comunicato al C.N.F. di avere concluso le indagini relative all’affidamento dell’appalto di pulizie, attivate nei confronti del Tesoriere e di un funzionario del Consiglio, essendo emersi indizi di colpevolezza e con successiva nota comunicava “si contesta il reato di cui all’art. 353 c.p. per aver turbato la regolarità di una gara di appalto. La richiesta, fatta in data 20 maggio 2014, al Presidente Vaglio ed al Segretario Di Tosto di fornire ulteriori notizie su detta questione, non ha avuto ancora riscontro.

Le responsabilità dell’Avv. Mauro Vaglio e dell’Avv. Pietro di Tosto, in proprio e agendo quali presidente e segretario del Consiglio dell’Ordine e del Tesoriere, senza mai comunicare gli eventi al Consiglio e senza alcuna delibera Consiliare, è stata accertata tramite la ispezione dal Consiglio Nazionale Forense.

L’Avv. Mauro Vaglio, come si rileva a pag.28 della ampia e particolareggiata relazione (ben 55 pagine), dichiarava, contrariamente al vero, agli ispettori che relativamente alla pendenza della procedura di ispezione disposta dal Ministero, aveva informato i Consiglieri consegnando a ciascuno di essi la copia della comunicazione del C.N.F..

Successivamente l’Avv. Mauro Vaglio, precisava che tutte le memorie e le lettere di chiarimenti presentate al C.N.F. “erano state predisposte da lui e dal Consigliere Segretario senza alcun passaggio in sede di adunanza del Consiglio dell’Ordine”

Dette circostanza venivano confermate dal Consigliere segretario Pietro di Tosto il quale con lettera in risposta a mia specifica richiesta precisava: “riscontro Sua del 4 marzo u.s., (2014) prot. N. 5321, relativa alla richiesta del Consiglio Nazionale Forense di eventuali osservazioni a seguito dell’accesso agli atti avanzato dal Presidente Vaglio relativamente all’esposto presentato avanti a tale Organo dall’Avv. omissis più altri, per informarLa che l’unica corrispondenza intercorsa tra l’Ordine e il Consiglio Nazionale Forense è quella menzionata nella comunicazione al Consiglio del 19 luglio 2012 della quale Le allego copia conforme all’originale.”

Per comprendere questa assurda attività omissiva, posta in essere da Mauro Vaglio e da Pietro Di Tosto nei confronti del Consiglio, è necessario evidenziare che dall’attività ispettiva espletata da parte del C.N.F. su delega del Ministero della Giustizia emerge senza ombra di dubbio che gli avvocati Mauro Vaglio e Pietro di Tosto hanno agito in proprio depositando atti e relazioni e rilasciando dichiarazioni senza mai informare il Consiglio e richiedere le necessarie delibere.

All’adunanza del 15 Maggio 2014 (Verbale sul sito web del Consiglio) ho chiesto, prima di aver avuto cognizione delle gravi questioni emerse dalla relazione ispettiva, agli Avv.ti Mauro Vaglio e Pietro di Tosto di dare le dimissioni dalle cariche istituzionali e da Consiglieri per evitare di recare al Consiglio dell’Ordine forense di Roma ulteriori possibili conseguenze negative.

Oggi, dopo avere letto la relazione ispettiva (mancano ancora gli allegati) e la delibera del C.N.F con la richiesta al Ministero di scioglimento del Consiglio ai sensi dell’art. 33 co 1 l. 247/2012 (voti favorevoli 16, contrari 7 e astenuto 1), consegnate al Consiglio soltanto nella adunanza 29 Maggio 2014,

INVITO PUBBLICAMENTE
anche agli altri Consiglieri eletti nella lista Mauro Vaglio di dichiarare a verbale, alla prossima adunanza del 5 Giugno 2014, di essere all’oscuro delle questioni emerse e di dissociarsi dalle attività poste in essere da Vaglio e da Di Tosto e  di

ADERIRE
alla richiesta di dimissioni dell’avv. Mauro Vaglio e dell’avv. Pietro Di Tosto dalle cariche istituzionali e da consiglieri dell’Ordine
ed in mancanza di dimissioni volontarie di aderire alla successiva

RICHIESTA DI SFIDUCIA
nei confronti del Presidente Mauro Vaglio e al Consigliere segretario Pietro di Tosto.

Sono certo, che dopo le dimissioni di Mauro Vaglio e di Pietro Di Tosto, unitamente ai Consiglieri eletti con la lista Mauro Vaglio, che sono all’oscuro di questa strana vicenda, potremo, legittimamente e con onore, evitare alla Istituzione forense ulteriori conseguenze negative e potremo unitariamente portare a termine il mandato elettorale fino alla ormai prossima vicina scadenza del 31 dicembre 2014.

Gli elettori con il voto certamente sapranno scegliere il nuovo Consiglio.
Roma, 3 Giugno 2014

Domenico Condello
Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma

 

 

 

Marco De Fazi

L'Avvocato Marco De Fazi, classe 1961, si è laureato nel 1986 ed si è abilitato alla professione nel 1990: è cassazionista dal 2002 e lavora nello studio associato di famiglia. Ha ereditato dal padre, Avv. Walter De Fazi (mancato nel 2011 dopo 60 anni di professione), la passione per la responsabilità civile. Ha fatto parte di commissioni di studio consiliari ed associative, ed è stato per dieci anni il rappresentante italiano del network europeo PEOPIL (Pan-European Organization of Personal Injury Lawyers). Parla e scrive fluentemente inglese ed in misura più scolastica francese. Ha fatto parte della Commissione per l'esame di Avvocato 2007 ed è membro storico del Direttivo dell'Associazione Forense Emilio Conte, di cui ora è il presidente. Membro attivo della NIABA, associazione USA di avvocati italo-americani.