Il controllo sociale sull’attività giudiziaria

Il corretto assolvimento della funzione giudiziaria costituisce impegno precipuo delle istituzioni nei confronti del cittadino.

 

Le dichiarazioni di abnegazione personale e professionale rese da esponenti eccellenti dell’ordine giudiziario in occasione di decisioni criticate dalla stampa rinnovano periodicamente l’attenzione dei cittadini sulla questione giustizia e provocano, tuttavia, l’immediata reazione di altrettanti colleghi del ceto giudiziario, che contestano la propria diretta responsabilità delle gravi disfunzioni di sistema patite dalla collettività.

 

È un deja vu.

 

I cittadini esprimono disagio e insofferenza, personalmente, se trovano ascolto nelle sedi competenti, o tramite la stampa, e alcuni magistrati, in dichiarata rappresentanza della categoria, denunciano i tentativi di delegittimazione, attribuiti alla politica, anche se a dolersi sono i cittadini, a carico della indipendenza ed autonomia della magistratura.

 

Come se l’ordine giudiziario, funzione di tutela dei diritti e delle libertà delle persone, fosse avulso dal sistema di governo della società che assicura le scelte della politica, anche giudiziaria, nel rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale.

 

La magistratura è funzione di governo della società, non è corpo separato dello Stato, non è indipendente, né autonoma, dalle altre funzioni dello Stato svolte dal parlamento e dal governo, che, con essa, provvedono, in esecuzione del mandato affidato dalla sovranità popolare, a soddisfare le legittime aspettative di “felicità” dei cittadini.

 

Il magistrato è libero, nel rispetto della legge che prevede le modalità di esercizio della funzione, di svolgere il ruolo previsto per la sua competenza, formandosi il convincimento sulla base delle prove raccolte nel processo ed esprimendo una decisione motivata.

 

La motivazione consiste nella rappresentazione dell’iter logico percorso dal giudice, assicura la pace sociale e consente l’ impugnazione per provocare la revisione della decisione.

 

La libertà del giudice non è pertanto assoluta, è “costretta” nei vincoli della legge, non è soggetta a potere gerarchico. Un magistrato di grado superiore non può influenzare la decisione del magistrato investito del processo.

 

Assolutamente libero è il percorso intellettuale, scevro sia da influenze esterne, che da pregiudizi personali, tendente ad assicurare la decisione migliore nel rispetto dei parametri di riferimento costituiti dall’accertamento e dalla qualificazione dei fatti e dalla applicazione della legge nel contraddittorio delle parti.

 

L’attesa di giustizia dei cittadini è esattamente questa.

 

L’attività giudiziaria è pertanto libera e indipendente, non la magistratura, organo dello Stato, asservita alla legge e alle esigenze di giustizia dei cittadini, alla stregua degli altri organi dello Stato.

 

L’uniformità delle decisioni, sia nel tempo che nello spazio del territorio nazionale, costituisce attesa di giustizia sentita e diffusa, presentandosi troppo frequentemente il caso di vertenze analoghe trattate e risolte diversamente perfino nell’ambito dello stesso tribunale.

 

La giustizia civile, non meno di quella penale, è fattore critico di civiltà, di benessere sociale e di sviluppo economico.

 

Il controllo sociale svolto da professionisti, cittadini meritevoli, associazioni culturali attente al grande tema della giustizia, giornali impegnati nella partecipazione alla vita pubblica, quale è il NuovoMille, può rendere, in conformità al principio di sussidiarietà espressamente introdotto nella Costituzione, un contributo di rilievo alla collettività, segnalando casi di denegata giustizia civile, non meno che penale, amministrativa e tributaria, che presentino caratteristiche di interesse generale, interloquendo con le istituzioni e con le associazioni di categoria più disponibili e provviste di cultura democratica e liberale.

 

L’impegno congiunto di cittadini, stampa e istituzioni per rimuovere le disfunzioni e rimediare alle iniquità costituirà un’occasione di dedizione sociale e professionale e un modello di virtù civili e istituzionali.

Ugo Scuro

Avvocato cassazionista in Roma, esperto in materia di diritto dell'economia con particolare riguardo ai contratti a formazione progressiva e alle responsabilità connesse, direttore del NuovoMille giornale liberale on line.