Riforma dei compensi e giovani avvocati

L’attacco alle professioni messo in atto negli ultimi mesi ha colpito soprattutto i giovani avvocati.

 

I giovani invece di essere tutelati nel momento più difficile della loro carriera professionale vengono ora del tutto privati di ogni tutela, tutela che prima era invece assicurata dalle tariffe e dall’osservanza dei minimi che costituivano comunque un valido punto di riferimento al di là della loro obbligatorietà o meno.

 

L’articolo 9 del Decreto Legge 1/2012, convertito con modifiche dalla Legge 27/2012, ha infatti definitivamente abrogato le tariffe professionali con conseguente eliminazione di un sistema tariffario a favore invece della contrattazione tra cliente e professionista.

 

Non ci si può nascondere che l’abolizione delle tariffe, lungi dal creare ricchezza ed aumentare, come da alcuni sostenuto, il prodotto interno lordo nazionale e la concorrenza, ha di fatto comportato gravi conseguenze negative per l’intera categoria ed in particolare per i giovani senza di contro giovare alla clientela privata ed alle piccole imprese.

 

La conseguenza più negativa dell’abolizione è quella di aver messo gli avvocati in una posizione di vera e propria soggezione nei confronti dei poteri forti e delle grandi imprese.

 

La mancanza di una tariffa professionale e la mancanza dell’obbligo di rispettare dei valori minimi sta comportando infatti una vera e propria speculazione al ribasso da parte delle banche, delle assicurazioni e degli altri centri di potere che per ridurre i costi della gestione del contenzioso impongono ai professionisti delle convenzioni a prezzi assolutamente sproporzionati rispetto alle prestazioni loro richieste e comunque di gran lunga inferiori a quelli che in precedenza corrispondevano.

 

Ma mentre diminuiranno i costi per le imprese si avrà certamente di contro una qualità inferiore delle prestazioni professionali: più basso è il compenso pattuito e maggiormente inferiore sarà l’impegno che sarà lecito aspettarsi dal professionista. Quest’ultimo dovrà infatti necessariamente compensare con la quantità degli incarichi i bassi compensi pattuiti, il tutto con grande discapito della qualità della sua prestazione, con nocumento per il cliente e per il decoro della categoria.

 

E’ altrettanto chiaro che i soggetti più penalizzati sono proprio i giovani avvocati che rappresentano la parte debole soprattutto sotto il profilo economico della categoria.

 

Nessun giovamento verrà poi alla clientela privata che sarà anzi costretta alla firma di contratti che prevedono sicuramente compensi di gran lunga maggiori di quelli riportati nei cosiddetti parametri ministeriali (D.M. 140/2012), parametri che saranno invece utilizzati dai Magistrati per la liquidazione delle spese di lite a carico del soccombente.

 

Si verificherà quindi un’ulteriore ingiustizia a danno della clientela privata e del piccolo imprenditore:  mentre da un lato per effetto dell’accordo sottoscritto con il proprio legale il cliente dovrà corrispondere dei compensi in linea con l’attuale costo della vita e con la complessità delle prestazioni  richieste, dall’altro anche in caso di vittoria si vedrà rimborsare dalla parte soccombente una somma certamente di gran lunga inferiore a quella corrisposta perché liquidata in base ai parametri.

 

Infatti i parametri contenuti nel decreto ministeriale, raffrontati con le vecchie tariffe del 2004 prevedono un compenso che complessivamente per i singoli gradi o per le singole fasi di giudizio risulta inferiore di circa il 30% e ciò senza tener conto dell’intervenuta svalutazione dal 2004 al 2012 e del conseguente aumento del costo della vita.

 

La situazione sarà poi particolarmente grave in materia di esecuzione laddove i parametri prevedono compensi del tutto irrisori ed affatto remunerativi a fronte del numero degli adempimenti richiesti.

 

Se poi tra gli intenti della riforma vi era quello di disincentivare il ricorso al contenzioso giudiziario per deflazionare i tribunali il risultato sarà del tutto opposto in quanto ai minori compensi non potrà che far da contraltare una maggiore litigiosità favorita dagli stessi professionisti in affannosa ricerca di una quantità di lavoro che possa loro assicurare i compensi in passato percepiti.

 

La categoria professionale risulterà anche danneggiata  dall’aumento del contributo unificato che incidendo pesantemente sui costi che dovranno essere anticipati dal cliente comporterà, come ovvio, una riduzione della parte di acconto relativa agli onorari non essendo pensabile, in tempi di crisi economica come gli attuali, che possano essere richiesti anticipi maggiori.

 

In conclusione l’abolizione delle tariffe sarà di grave nocumento non solo al decoro della professione ed agli interessi della clientela privata ma, verosimilmente, sarà un forte disincentivo alla funzione etica che l’avvocato dovrebbe sempre svolgere allorquando presta la propria attività professionale.

 

La categoria sarà invero sempre più condizionata da esigenze economiche che incideranno pesantemente sulla sua indipendenza e sulla sua funzione costituzionalmente garantita di difensore nell’interesse superiore della nazione.

Leonardo Vecchione

L’Avv. Leonardo Vecchione consegue nel 2004 la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma 3 discutendo la tesi: “Le clausole vessatorie e la tutela del consumatore”.
Svolge la propria attività professionale esclusivamente nel campo del diritto civile e fallimentare.
E’ autore di numerose note a sentenza ed articoli. Collabora con la redazione romana della rivista Il diritto fallimentare e delle società commerciali sulla quale pubblica note redazionali a sentenza.
Ha collaborato alla redazione del Processo delle esecuzioni mobiliari edito per i tipi della Giappichelli, 2009. E’ coautore del Manuale teorico pratico dell’esecuzione immobiliare edito per i tipi della Nuova Giuridica, 2011. E’ curatore di procedure fallimentari. Componente della Commissione Giovani del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma nella consiliatura 2010-2011. E’ docente di corsi per la preparazione all’esame di Avvocato.