ORA VI DICO CHE SUCCEDERA’ A BARI

Come tutti sapete, tra qualche giorno a Bari si apriranno i lavori congressuali; penserete che: bene ora finalmente l’avvocatura farà sentire forte la sua voce alla politica ed al Governo distratto dalla crisi economica.

 

Ma ciò non accadrà, come non è mai accaduto negli ultimi anni.

 

Il congresso avrà come tema principale ed unico, non lo studio delle mozioni e la rappresentazione in scritto dell’urlo della categoria, anche se tutti sanno poi restare inascoltate da chi fa le leggi, ma la governance della categoria.

 

Guelfi e Ghibellini troneggeranno sul campo di battaglia, chi porterà il successo della Corte Costituzionale e chi una legge professionale che non piace a nessuno, ma che deve andare bene perché è l’unica che ci danno.

 

Il primo giorno si comincerà, forse, alle 9.30 e saliranno sul palco, come da programma le rappresentanze della categoria, le quali apriranno (speriamo che non litighino) il benedetto Congresso. In ordine militaresco  il capo dei guelfi parlerà del successo Costituzionale, poi il capo dei Ghibellini del risultato, che sta arrivando in porto, della legge professionale; infine l’arbitro della contesa ci dirà che la pensione è salva per i prossimi 50 anni (ci credo con quello che versiamo pensa se non ci dessero manco quella).

 

I delegati, con le bocche aperte staranno ad ascoltare e commenteranno più o meno felici i risultati raggiunti.

 

Poi sarà il momento delle personalità della politica, della Chiesa e delle altre Istituzioni, magari qualche sbadiglio comincerà ad albeggiare sulla bocca di qualcuno, ma si va avanti.

 

Finalmente una cosa seria, si spera, sospensione dei lavori per il pranzo.

 

Nel pomeriggio 15,00 circa, riprendono i lavori e vai con i Presidenti degli Ordini, i Presidenti delle Unioni, i Presidenti delle Associazioni, insomma i Presidenti.

 

In queste occasioni ci accorgiamo che abbiamo più Presidenti che iscritti, ma non fa nulla.

 

I delegati, tramortiti da tante parole, dai tanti successi (???) e da più o meno buoni propositi, cominciano ad aggirarsi per la sala come zombie in attesa che finisca; qualcuno più esperto ha già lasciato la sala da un pezzo.

 

Scesa la sera sul primo giorno del Congresso inizia la fase veramente congressuale. I gruppi si riuniscono per discutere del vero e unico argomento che interessa ai più: scegliere i delegati che andranno a ricoprire la carica di membro dell’OUA .

 

Iniziano scambi e trattative, comincia la conta tu quanti voti hai, tu quanti me ne dai, e così via fino a tarda notte; mentre quelli non interessati all’argomento saranno già persi tra le braccia di morfeo o contenti in una discoteca.

 

Secondo giorno, sempre 9.30 si spera, saliranno sul palco coloro che, delegati, chiederanno la parola e qui inizia il bello, si sentirà di tutto dai mali della categoria, alle accuse alla rappresentanza, alla legge professionale che difetta di collegamento con l’avvocatura. La sala si riempirà e si svuoterà in base all’oratore di turno, che avrà cinque minuti di gloria per mostrarsi al mondo forense.

 

Ci sarà sempre la pausa pranzo e dopo inizierà la ricerca frenetica del delegato che ti firmi la mozione.

 

Si per chi non è esperto, le mozioni da presentare devono avere la sottoscrizione di almeno 30 delegati congressuali di più regioni. Come venditori porta a porta (non c’è Vespa), si spiega velocemente il prodotto da vendere e far firmare, ci si appella all’amicizia ed alla conoscenza pur di strappare una firma. Tutto pur di dire : “io una mozione l’ho presentata, vedi che penso alla categoria?”

 

Risultato di questo mercimonio della firma? Avere firme su mozioni in contrasto tra loro Avvolte delegati firmano mozioni contrastanti tra di loro, ma che vuoi dispiacere qualcuno? Non è carino.

 

Anche questa giornata è finita e si può tranquillamente tornare a parlare di delegati OUA, ma con una differenza ora il quadro è più chiaro e quindi i papabili, iniziano a parlarsi tra di loro, magari con la mediazione di qualcuno con più conoscenze a livello nazionale per occupare un posto di rilievo nell’Organismo. Le trattative più importati riguardano Presidente, Segretario, Tesoriere e della giunta, per le commissioni c’è tempo, ma se poi voti bene una di rilievo te la danno di sicuro.

 

Sul punto però ai neo eletti in pectore, manca la cognizione che già si lavora da tempo alle cariche e che non tutti voglio mollare ciò che è stato guadagnato all’elezione precedente e che quindi ci sono già state altre riunioni tra chi in O.U.A. verrà riconfermato.

 

Ma per la Presidenza già da mesi circolano nomi, più o meno veritieri e più o meno smentiti dagli interessati, giusto per gossip e conoscenza i rumors accreditano tra questi: Di Mauro (Sicilia), Rampelli (Roma), Perifano (segretario nazionale ANF), Greco (segretario nazionale AIGA), Galletti (Consigliere Ordine Roma). Ma sopra a tutti campeggia quello di De Tilla presidente uscente e non riconfermabile alla luce dell’odierno statuto dell’O.U.A..

 

Come direte Voi, se non può ricandidarsi a delegato come potrà mai essere rieletto? Semplice basta una semplice modifica dello statuto e il gioco è fatto.

 

Segnali di questo? Per la prima volta in quattro anni le mozioni si votano prima dei delegati. Ops, vorrà dire qualcosa?

 

Terzo ed ultimo giorno, sempre ore 9.30, si entra nella fase calda del congresso le mozioni, che poi sarebbero le istanze dell’avvocatura riunita che devono essere, se approvate, portate all’esterno e fatte valere in parlamento. Un piccolo inciso importante, ad oggi nessuna mozione approvata avuto ascolto (non accoglimento) dalla politica.

 

In questa fase possono nascere i primi brontolii che avvolte diventano urla, quando si scopre che la mozione presentata non ha trovato accoglimento dall’ufficio preposto e quindi non presentata al voto o che la stessa è stata accorpata ad altra, disperdendo la sua personalità.

 

Salirà sul palco il presentatore della singola mozione a spiegare i motivi perché detta mozione deve trovare il consenso dell’avvocatura in assise, poi la votazione.

 

Il pomeriggio, dopo il pranzo, provvidenziale, si voteranno i delegati. Già qualcuno sarà con la valigia pronta ed il biglietto in mano, ma resta per dare il suo contributo all’amico od alla lista di provenienza.

 

Infine, proclamazione degli eletti, che già dalla sera prima tutti conoscono e poi un caro saluto a tutti ed un arrivederci al prossimo Congresso Nazionale Forense, dove ci incontreremo un po’ più vecchi e con una categoria sempre più in disarmo, ma con mozioni più o meno nuove (se non riciclate), con nuovi delegati da eleggere.

 

Certi che De Tilla non sarà più sicuramente rieleggibile…forse.

Antonio Caliò

Potrei dirvi che sono delegato OUA da quasi quattro anni, che ho fatto parte della Commissione Giovani creata dal mio Amico Antonio Conte, della camera di conciliazione della Corte d’Appello di Roma, che sono stato il coordinatore della commissione sulla mediazione dell’OUA, che faccio politica forense da oltre 15 anni.
Invece sono:
Antonio Caliò, nato a Messina il 1° marzo 1965, emigrato a Roma nel 1988 appena laureatomi in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi della mia Città natale.
Semplicemente un AVVOCATO.